La Dop economy siciliana, nonostante le criticità climatiche e le tensioni sui mercati agricoli, si conferma in crescita e in buona salute.
Il XXII Rapporto Ismea-Qualivita evidenzia un valore alla produzione di 555 milioni di euro nel 2023 (+2,2% su base annua), con un contributo del 12% al fatturato agroalimentare regionale.
La Sicilia conta 67 filiere certificate e 18.347 operatori attivi, con un impatto occupazionale significativo e una forte vocazione all’export. Il comparto cibo registra un valore di 105 milioni di euro (+14,4% rispetto al 2022) generato da 37 filiere, con la regione al decimo posto in Italia per valore economico.
Le denominazioni più rilevanti sono Arancia Rossa di Sicilia IGP, Olio Extravergine di Oliva Sicilia IGP, Limone di Siracusa DOP, Pomodoro di Pachino IGP, Cioccolato di Modica IGP e Pistacchio di Bronte DOP.
Il comparto vino genera 450 milioni di euro (-0,2% rispetto al 2022) da 30 filiere certificate, con la Sicilia all’ottavo posto nazionale per valore economico. Le principali denominazioni sono Etna DOC, Cerasuolo di Vittoria DOCG, Sicilia DOC, Marsala DOC, Pantelleria DOC e Malvasia delle Lipari DOC.
Le province con maggiore impatto economico sono Trapani (249 mln €), Agrigento (106 mln €), Palermo (61 mln €), Catania (43 mln €), Siracusa (32 mln €), Ragusa (28 mln €), Messina (22 mln €), Enna (9 mln €).
Le filiere più redditizie sono quelle ortofrutticole (38%), seguite da olio (22%), vino (20%), prodotti dolciari (12%) e carni trasformate (8%). L’export dei prodotti siciliani DOP IGP raggiunge 1,2 miliardi di euro, con trend positivo nei mercati UE e Nord America.
La Dop economy siciliana si conferma strategica per la valorizzazione dei territori, attrattiva per nuovi operatori e trainante per l’intero comparto agroalimentare regionale.